Cosa vi succede quando guardate un dipinto di Caravaggio? Di Botticelli? Di Michelangelo?
Restate confusi, spaesati, commossi. Davanti a un dipinto di Caravaggio, io provo un senso di stupore, mi paralizzo davanti all’intensità che traspare dal pennello di Caravaggio. Ecce Homo, ecco il senso dei suoi dipinti, l’uomo in tutti in tutti i suoi aspetti, belli e dolorosi, crudeli e magnifici, ecco cosa ci ha mostrato Caravaggio. Guardate invece Il Mose di Michelangelo.
Non potrete fare a meno di domandarvi: come può una mano umana aver creato da un semplice blocco di marmo una figura tanto viva, tanto realistica, tanto umana? Non siete i soli, lo stesso Michelangelo quando ebbe terminato la sua opera, la fissò in preda allo stupore ed esclamò: «Perché non parli?» percuotendone il ginocchio con il martello che impugnava.
Ora guardate questa Venere di Botticelli: guardate i suoi occhi, i suoi capelli, il suo volto. Cosa sentite? Pace, una soave, irresistibile dolcezza che vi spezza il cuore. La grande arte ha questo potere, ci fa commuovere, ci mostra la fragilità, la bellezza dell’uomo. La bellezza che nasce ldalla mortalità.
C’è un termine preciso per descrivere queste sensazioni: sindrome di Stendhal. Lo scrittore francese giunto in Italia, davanti alle opere di Caravaggio e Michelangelo ebbe un mancamento. Un senso di vertigine, di timore reverenziale gli attraversò l’anima: non poteva staccarsi da quei dipinti, non riusciva a smettere di guardarli. Qualcuno domanderà: sì ma a cosa serve l’arte? A cosa serve l’arte oggi quando squillano le trombe della guerra, quando ormai si parla di guerra nucleare e ovunque ferve un rinnovato slancio agli armamenti? «L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma senza la bellezza non potrebbe più vivere, non resisterebbe un minuto senza la bellezza.» Dostoevskij lo scrisse due secoli fa. E io gli do ragione.
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #arte #arteitaliana #caravaggio #michelangelo