Notte fonda. Mildred e Richard stavano dormendo tranquilli quando, all’improvviso, la polizia irruppe in casa loro per arrestarli con l’accusa di aver leso la dignità e la pace dello Stato.
Dopo una notte in prigione, Richard riuscì pagare la cauzione e tornare a casa, mentre Mildred invece dovette restare ancora qualche giorno in carcere.
Ma cosa avevano fatto Mildred e Richard Loving?
Non erano terroristi, ladri, assassini o spie. Nulla di tutto questo.
Erano semplicemente una coppia: Mildred amava Richard, e lui amava lei. Abitavano a Caroline County, in Virginia, dove lui lavorava come muratore. Due persone semplici, che si frequentavano fin da quando erano ragazzini, e quando lei rimase incinta, per loro fu normale volersi sposare.
Che c’è di male? Nulla, ovviamente.
Solo che era 1958, e in Virginia, Mildred non avrebbe mai potuto sposare Richard. Per il semplice motivo che Richard era bianco e lei era nera. E i matrimoni interraziali erano proibiti nella Virginia degli anni Cinquanta. E anche se si erano sposati a Washington, il matrimonio non era considerato legale.
Furono condannati a un anno di reclusione, con la possibilità di sospendere la pena per ben 25 anni se avessero lasciato lo Stato.
Così Mildred e Richard accettarono il ricatto di un esilio lunghissimo e lasciarono casa, famiglia, amici. Per cinque lunghi anni provarono ad accettare questa condizione di esuli, colpevoli solo di amarsi. Ma l’idea di non poter tornare a casa per altri venti anni li indusse a reagire e a provare a chiedere giustizia.
Iniziò un lungo procedimento penale, che arrivò fino alla Corte Suprema. E nel 1967, con la storica sentenza Loving v. Virginia, finalmente vinse l’amore: i coniugi Loving con i loro ormai tre figli, poterono tornare in Virginia dove, se questa fosse una favola, avrebbero vissuto felici e contenti.
Ma purtroppo questa non è una favola, e quindi non c’è un lieto fine: pochi anni dopo, nel 1975, un ubriaco alla guida di un camion travolse e uccise Richard, e ferì gravemente Mildred.
Il loro nome però rimarrà indissolubilmente legato a un altro indispensabile passo nella lunga battaglia per i diritti civili, affermando un diritto tanto ovvio quanto necessario: il diritto di amare.
E comunque la vittoria dell’amore e del diritto su una mentalità razzista e segregazionista è sempre una bella notizia.