Titanic

Titanic

Jack non poteva salire sulla zattera. Pare che sia stato fatto uno studio per dimostrare in via definitiva perché il personaggio di Leonardo Di Caprio in Titanic non si sarebbe potuto salvare. Bello pensare ancora a Jack e Rose, ma perché non pensare anche a Doaa e Bassem? Certo, sono meno famosi, in pochi si sono commossi per loro, ma la loro storia è altrettanto drammatica. Ed è vera.

Doaa e Bassem erano in fuga dalla guerra  in Siria, ma non avendo visti e documenti, potevano solo affidare le loro vite a degli scafisti senza scrupoli e salire su un barcone malmesso.

Dopo 4 giorni in mare, si avvicina una piccola barca, ancora più disastrata. Gli scafisti ordinano ai passeggeri di spostarsi su quella barca.

Loro si rifiutano, hanno paura. Gli scafisti in tutta risposta salgono sull’altra barca e speronano il peschereccio, ridendo. In pochi minuti il peschereccio si capovolge e affonda. Dei 500 passeggeri ne rimangono un centinaio vivi.

Bassem e Doaa si salvano miracolosamente. Sono terrorizzati, ma sono vicini, cercano di resistere, devono galleggiare: Doaa non sa nuotare e si appoggia a un canottino per bambini. Bassem resta in acqua vicino a lei.

Passa una notte. Passa un giorno. Intorno a loro solo paura e morte. Molti non ce la fanno, e annegano davanti ai loro occhi. Un uomo si avvicina con sua nipote, una bambina di circa 9 mesi, e chiede a Bassem e Doaa di aver cura della piccola Malak, perché lui sente di non farcela. E infatti il mare lo inghiottirà poco dopo.

Dopo un po’ anche Bassem rinuncia. Non ce la fa più. Non ha più la forza di resistere in quell’acqua fredda e crudele. E annega anche lui davanti agli occhi atterriti di Doaa.

Doaa è in stato di choc, ma resiste. Un’altra donna, una madre, si avvicinerà per lasciarle la sua bambina di 18 mesi, Masa, prima di annegare.

Doaa è da sola, con due bambini che piangono, in mezzo al mare cupo e assassino.

Passeranno 4 giorni in mare, senza cibo e senza acqua, fino a quando arriva un mercantile. Ma sarà troppo tardi per la piccola Malak. 

Dei 500 passeggeri, alla fine solo 11 persone sopravvivranno, tra cui Doaa e Masa.

Era l’agosto del 2014.

La storia di Doaa è una storia vera. Ora lei sta in Svezia, dove si è potuta ricongiungere con i suoi familiari. Ma non dimentica l’inferno che ha vissuto e lo racconta per attirare l’attenzione sulla tragedia dei rifugiati. Lo racconta tutti i giorni, perché nessuno di noi possa dire un giorno “non lo sapevo”.

Ieri era la giornata internazionale dei migranti. Ma i giornali ci hanno raccontato  di Jack e Rose, non di Doaa e Bassem.

🦋 La farfalla della gentilezza🦋

 

(Potete leggere la storia di Doaa nel libro di Melissa Fleming, "Più profondo del mare", Piemme, 2018).